Sala Messina
In programma teatro, street art e dibattiti all'interno di una mostra dedicata ai 10 anni di attività della ONG Sea-Watch nel Mediterraneo centrale
“Di cosa parliamo quando parliamo di salvataggio in mare, condizioni migratorie, respingimenti e politiche dell’immigrazione? Non è Stato il mare - spiega la curatrice della mostra Elisa Medde - propone un percorso transmediale, articolato tra immagini, audio, video ed oggetti, che ha come obiettivo facilitare e riportare in cima alle priorità questa fondamentale conversazione. Questo anche adoperando un processo di riscrittura delle narrative derogatorie e distorte che il tema del soccorso in mare ha subito nel corso degli anni da parte di media e governi. È una mostra che parte dalla necessità di guardare, vedere; si interroga sul come guardiamo e cosa guardiamo, e sul come si possa passare dal guardare all’agire. Non per pietà, ma per giustizia.”.
Dal 4 al 28 settembre, presso la Sala Messina della Fabbrica del Vapore a Milano, si terrà una mostra dedicata ai 10 anni di attività della ONG Sea-Watch nel Mediterraneo centrale a ingresso gratuito.
Attraverso un percorso che mette in relazione immagini, suoni, oggetti, performance artistiche, teatro, street art, ospiti e dibattiti faremo il punto su quello che è il Mediterraneo centrale, le politiche migratorie europee, la criminalizzazione della società civile, gli ostacoli posti all'azione umanitaria in mare. Racconteremo una storia di impegno, solidarietà e resilienza. Di vite salvate e di vite perdute sulla frontiera più letale del mondo.
Non una celebrazione, ma un invito all'azione rivolto a tutti coloro che rifiutano l’idea di un’Europa fortificata, che ogni giorno viola i diritti umani nelle acque che la circondano.
Tra le opere esposte vi sará anche una tela dell* street artist Laika 1954 che, oltre a firmare la locandina dell’evento parteciperà con una performance all’opening del 4 settembre. La ricostruzione delle dinamiche in atto nel Mediterraneo centrale è anche uno degli obiettivi delle agenzie di ricerca Forensic Architecture, Border Forensic e Liminal Laboratory, che hanno contribuito al progetto con quattro investigazioni, presentate sotto forma di video e piattaforme interattive.
La mostra vuole essere anche uno spazio di informazione e riflessione sul decennio trascorso nel Mediterraneo, ma anche simboleggiare una mano protesa verso terra, per riunirci e riconoscerci in una comunità resistente, anche attraverso una serie di incontri e confronti per tutto il mese di settembre. Tra gli ospiti che parteciperanno ai talk che si svolgeranno durante tutto il periodo dell’apertura Francesca Albanese, Luigi Manconi, Carola Rackete, Ilaria Salis, Daria Bignardi, il collettivo Gkn, la compagnia teatrale Kepler-452.
Spiega Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch: “Quando nel 2015 siamo arrivati nel Mediterraneo per vedere cosa stava succedendo e assicurarci che nessuno fosse abbandonato in mare, mai avremmo pensato che dieci anni dopo saremmo stati ancora lì, nel ruolo di attori e testimoni scomodi. Il decennale di Sea-Watch è un anniversario anomalo: finché nel Mediterraneo ci saranno persone in pericolo, in mano ai trafficanti, ignorate e rinnegate dai governi, non ci sarà niente da festeggiare. Sea-Watch è arrivata nel 2015 per colmare un vuoto istituzionale che si è acuito con politiche di abbandono e chiusura, facendo pericolosi passi indietro sui diritti.”
In mostra da giovedì 4 a domenica 28 settembre 2025
LUN-DOM
H 11:00 - 19:30
Giovedì 4 settembre ore 11:00
L'ingresso alla mostra ed ai vari appuntamenti del festival è libero ed a titolo gratuito